ART PROJECT

Fair Legals Art Project

La rete Fair Legals promuove e finanzia, anche in attuazione dei suoi principi ispiratori, la valorizzazione dell’arte nelle sue molteplici manifestazioni.

In particolare, lo studio mette a disposizione i propri spazi quale luogo di espressione ed esposizione per artisti – specie esordienti – offrendo così agli stessi visibilità e risalto.

L’obiettivo del programma è consentire la fruibilità di idee ed espressioni artistiche all’interno dello studio e fare così dello stesso anche un luogo d’arte e di promozione dei valori ad esso connessi, oltre che della cultura della legalità e dei diritti.

Il programma, esordito con la mostra personale di Emiliano Alfonsi, intitolata “INCIPIT”, è poi proseguito nel corso dell’anno 2019 con l’esposizione del progetto fotografico di Marta Guidi, dal titolo “TOUGH”, dedicato a personaggi femminili reali e letterari che si sono distinti per la loro forza e il loro valore.

La terza esposizione – in ordine cronologico, ma non di importanza – è quella che vede come protagoniste le opere di Luisa Antonelli, nella mostra “FRAMED” con la curatela di Arianna Sera, vincitrici del primo bando in collaborazione con LUISS Business School, oggi alla terza edizione.

FRAMED, nata e concepita durante la pandemia, rappresenta le condizioni di un individuo che non ha più margine d’azione all’interno di uno spazio specifico. Le tele in serie diventano l’allegoria di tale limitazione, entro cui l’essere umano è ridotto – anche graficamente – all’essenziale. I corpi rappresentati assumono posizioni irreali ed inesplorabili pur di non penetrare la figura vicina.

Il bando dedicato ai curatori d’arte del “Master of Art” di LUISS Business School, visto il successo della prima edizione, è proseguito poi nel 2021, con il progetto curatoriale di Niccolo’ Giacomazzi e le opere di Matteo Patrevita: i due colpiscono per il contesto urbano e metafisico esplorato con le opere del giovane artista che, in netta contrapposizione alla precedente esposizione di Antonelli, incentra la propria visuale nel dinamismo del contesto urbano, ripartito dopo la stasi forzata. L’autore, alla sua prima personale, ricerca un nostalgico simbolismo del quotidiano negli “oggetti smarriti” da persone in perenne movimento, rinvenuti all’interno di un paesaggio in trasformazione visto attraverso il contrasto tra il buio dei tunnel metropolitani e i cieli azzurri delle loro uscite, cui segue un senso d’inafferrabilità del presente, nel divenire incessante delle cose.

Un movimento anticipato anche “dall’insolito” formato della sua locandina, che racchiude metafora e contesto del “viaggio”.

Giunto alla sua quinta edizione, il progetto d’arte si è arricchito con la gentile e prestigiosa collaborazione di Giovanna Caruso Fendi, Nicola Zanella e Veronica Siciliani Fendi, che hanno composto la giuria esterna incaricata di coadiuvare lo Studio nella scelta del progetto più meritevole.

Un ringraziamento speciale va a Casale del Giglio per averci regalato la sua sponsorship e per aver accompagnato il vernissage con i suoi eccellenti vini.

L’attuale allestimento vede protagoniste le opere di Livia Giuliani, alias Teppa Elle, e il progetto curatoriale di Camilla Salvi, quali vincitrici dell’ultimo contest. La ricerca artistica di Teppa Elle riflette sulla libertà dell’essere umano di allontanarsi dalla sua legge morale e sulla sua fascinazione verso l’ambiguità, verso tutti quei momenti del quotidiano in cui l’affiorare di un altrove inesplorato lo porta ad interrogarsi sui limiti della sua libertà e sulle leggi che regolano la sua morale e i suoi codici. Quella che ne risulta è un’esperienza doubleface, in cui il visitatore è portato a confrontarsi, da un lato, con la sua curiosità, dall’altro, con la sua morale e la sua coscienza. Il doppio volto della mostra emerge anche grazie alle modalità di realizzazione delle opere. Il peculiare processo creativo di Teppa Elle consente infatti di tradurre in NFT le opere in mostra e di esporle quindi su monitor appositamente predisposti lungo il percorso. In tal modo, il richiamo al controverso rapporto tra la dimensione concettuale e quella materiale dell’arte permette di inserirsi al centro del dibattito attuale sul suo statuto.