A cura di Azzurra Baggieri

Tommaso Calabro è il giovane gallerista milanese che abbiamo avuto modo di intervistare (dopo l’artista Pietro Sganzerla) sulle difficoltà affrontate nella gestione delle gallerie d’arte nel periodo del lockdown, sulla possibile efficacia delle mostre virtuali per promuovere e valorizzare l’arte e sulle criticità della didattica a distanza.

Tommaso Calabro, dopo aver studiato all’Università Bocconi di Milano e al Courtauld Institute of Art di Londra, ha iniziato la sua carriera presso la casa d’aste Sotheby’s a Milano, per proseguire (dal gennaio 2016 all’aprile 2018) con la direzione della galleria d’arte Nahmad Projects a Londra. Attualmente gestisce la Galleria d’arte Tommaso Calabro, da lui fondata nel 2018, e collabora con l’Università Bocconi come professore a contratto.

Di seguito le risposte da lui gentilmente rilasciate allo Studio Legale.

1) La Galleria d’Arte Tommaso Calabro da lei fondata e che gestisce, è specializzata in opere d’arte moderna e contemporanea internazionale. Ha dovuto rimandare o disdire eventi culturali già in programma per via dell’emergenza sanitaria occorsa e più in generale ha potuto pensare a innovative strategie per poter sfruttare lo spazio della Galleria?

Certamente la pandemia ha influito sulla realizzazione degli eventi che avevamo in programma per la primavera 2020.

In particolare, abbiamo dovuto rimandare la mostra, intitolata Casa Iolas. Citofonare Vezzoli, la cui inaugurazione, inizialmente prevista per fine marzo, è stata spostata al 24 settembre. L’esposizione, dedicata al gallerista e collezionista greco Alexander Iolas (1907-1987), curata da Francesco Vezzoli (1971) e con allestimento di Filippo Bisagni, rimarrà quindi allestita negli spazi della Galleria fino al 16 gennaio 2021.

Nonostante l’emergenza sanitaria, non abbiamo voluto rinunciare a un progetto così importante, considerato il calibro degli artisti inclusi in mostra (da De Chirico a Man Ray, da Victor Brauner a Martial Raysse), la rilevanza dei prestiti concordati, e non ultimo lo scopo per il quale l’esposizione è stata pensata.

La mostra intende, infatti, celebrare la figura di uno dei più grandi galleristi e collezionisti del ‘900, Alexander Iolas (e per tale ragione si pone in dialogo con l’evento da noi organizzato nel 2018 per celebrare un’altra grande icona del mercato dell’arte del XX secolo, Carlo Cardazzo) che oltre ad essere stato tra i primi a creare un sistema internazionale di gallerie satelliti, viene ricordato per aver introdotto il Surrealismo negli Stati Uniti e ad aver organizzato la prima mostra personale di Andy Warhol.

La necessità di applicare le misure di contenimento del Covid ci impone, tuttavia, un’apertura soft. Per tale ragione, nella giornata del 24 settembre, l’ingresso in galleria sarà garantito previa prenotazione. Lo stesso vale per la presentazione alla stampa, prevista per il 23 settembre.

Inoltre, in riferimento alle eventuali altre modalità per rendere fruibile lo spazio della Galleria ai tempi del distanziamento sociale, credo che il Web, i Social media e i tour virtuali possano sicuramente aiutare a coinvolgere un maggior pubblico nelle attività e negli eventi della galleria, ma non potranno mai sostituire l’esperienza della fruizione dal vero. Credo che una mostra come quella che inaugureremo a breve debba essere visitata di persona, considerata la rilevanza delle opere esposte e la suggestione dell’allestimento.

2) Nel periodo del lock down il Ministero per i beni e le Attività Culturali ha invitato i Musei pubblici a condividere sui social network materiali audio visivi con l’ashtag #iorestoacasa al fine di continuare a garantire (nonostante la chiusura dei luoghi pubblici) la fruibilità del patrimonio culturale italiano. Crede che per una Galleria d’Arte privata le mostre virtuali possano essere efficaci nella promozione e valorizzazione degli artisti?

Durante il lock down abbiamo tenuto aggiornato il profilo Instagram della Galleria postando una serie di fotografie raffiguranti alcuni degli artisti presenti in mostra in momenti di vita domestica. René Magritte addormentato sul divano nella sua casa di Bruxelles oppure Giorgio de Chirico affacciato sul suo terrazzo a Roma. È stato il nostro modo per tener viva l’attenzione sulla prossima mostra e, allo stesso tempo, invitare tutti a rimanere in casa in un periodo così delicato.

Le mostre virtuali certamente possono favorire la promozione e valorizzazione degli artisti, attraverso una visibilità che va oltre i confini nazionali. La maggiore velocità che caratterizza la creazione di una mostra online rispetto a una mostra dal vivo rischia però di creare una sorta di bulimia di materiale online senza che necessariamente si mantenga una qualità alta dei contenti.

3) Lei è anche Professore a contratto presso l’Università Bocconi. La didattica a distanza, pur privando il docente e gli studenti dei benefici della lezione frontale, si può dire che rappresenti una valida alternativa al fine di garantire la continuità della formazione?

Risultando impossibile l’incontro frontale nelle aule universitarie tra studenti e docenti, la didattica a distanza ha rappresentato l’unica alternativa possibile al fine di garantire continuità agli insegnamenti in corso. L’emergenza sanitaria che ha così duramente colpito il Nord Italia ha infatti costretto moltissimi studenti ad allontanarsi dalla Lombardia per fare ritorno alle proprie città di origine. Gli studenti ‘d’oltreoceano’ sono quelli che inevitabilmente hanno fatto più fatica a seguire la didattica a distanza. Il fuso orario ci ha costretto a tenere le lezioni in orari improbabili. La didattica a distanza può essere uno strumento dal grande potenziale e dalla grande efficienza. L’Università Bocconi ha saputo adeguarsi a questa differente modalità di insegnamento, senza alcun di tipo di ritardo e permettendo il regolare svolgimento dei corsi. Gli studenti si sono ritenuti molto soddisfatti. Quello che però purtroppo viene a mancare è l’elemento umano, il contatto tra docente e studente e il rapporto tra studenti, che è a mio parere fonte insostituibile di attecchimento personale durante ogni esperienza universitaria.

Picture by Riccardo Gasperoni